Cieli...

 
CIELI, cieli negati, cieli rubati, cieli violati, cieli cercati... Cieli inesistenti. Sono i cieli che molti abitanti del nostro pianeta ancora cercano e che forse non troveranno mai. Fidel Cataldi idealizza la sua "Fuga Pittorica" attraverso i cieli dei suoi personaggi. Personaggi quasi sempre veri. Abitanti della Bosnia, dell'Africa, dell'Oriente, del Sudamerica, continenti saccheggiati, esseri emarginati, immersi nei cieli, quei cieli che forse mai più riusciranno a vedere senza dover pagare un prezzo. Mi piace pensare che "FUGGITIVI", riassuma e dichiari la pittura di Fidel Lino Cataldi, o quantomeno colga alcuni degli aspetti fondamentali del suo modo di dipingere. E' un quadro che ha del "mistico" . Nei colori, intensi, acuti e mistici, appunto, trasposizione sulla tela della visione dell'autore della pittura come religione, una religione individualissima e corale insieme. Il quadro sembra mostrarci una costante tensione degli opposti. Rimanda all’inizio e alla fine: i personaggi fuggono, lo si capisce oltre che dal titolo dal loro allontanarsi della fonte di colore. Ma danno anche l’impressione di avvicinarsi. Potrebbe essere che si allontanino da un’esplosione ma potrebbe anche essere che alle loro spalle ci sia l’esplosione di un inizio di vita. E in ogni caso, se anche fuggono, quei personaggi ”in branco” emanano un senso di fuga verso la libertà. In “FUGGITIVI” c’è della grandiosità che è degli spazi ma non si limita agli spazi. E c’è sofferenza, si percepisce un certo stridore sofferente in questa natura. Forse grandiosità e la sofferenza sono insieme in qualche modo, non disgiunti. La pittura cioè sembra riuscire a dar conto della vita tutta, che è “corsa”, “fuga”, paura del nuovo e contemporaneamente attrazione irresistibile verso l’ignoto, e sofferenza. La sofferenza quindi come componente ineludibile della vita, ma non unica, non centrale, o meglio centrale come tutto il resto: come la corsa, la fuga, la paura del nuovo e l’attrazione irresistibile verso l’ignoto. La grandiosità di questo artista sta dunque nel saper cogliere l’essenza della vita. O al meno così pare a me…
ANTONELLA CECCAGNO